| Il percorso di mediazione penale aspecifica ha affrontato 
					tutti i temi del conflitto con se stessi e con il mondo 
					circostante, abbiamo lavorato sulle emozioni, sulle parole, 
					sulla manualità attraverso attività laboratoriali che hanno 
					consentito ai ragazzi di entrare in contatto con la parte 
					più intima in cui si è generato il conflitto. Grazie all'arte antica del kintsugi, che ripara le crepe con 
					l'oro fino, abbiamo lavorato sulle sono cicatrici che 
					possono essere preziose nella vita per imparare, per 
					riparare, per ripensare, per conservare, per superare, per 
					andare oltre.
 La psicologa Martina Vitale ha affrontato un percorso fra 
					ferite e legami, conflitto e riparazione e la Prof.ssa 
					Giovanna Monorchio sull'uso e il valore delle parole.
 Questi 9 ragazzi, che all'inizio del progetto concepivano le 
					loro relazioni in una logica avversariale oggi hanno 
					consapevolezza che le relazioni si possono "rompere" non 
					tornando più come prima, ma che è sempre possibile 
					Ri-Mediare.
 Questa nuova consapevolezza ha dato vita alla Cooperativa
					Intrecci con questo incipit dei ragazzi:
 "Inizia con un intreccio di mani il nostro percorso. 
					Mentre annodi ti accorgi che mediare è un modo per entrare 
					nel mondo dell'altro e guardarlo dal suo punto di vista, per 
					entrare in te stesso e attraversare quel conflitto che un 
					po' tutti ci portiamo dentro e che quando esplode si allarga 
					a chi è fuori e l'onda d'urto fa un sacco di danni. Mentre 
					annodi tutti i fili di cotone, si sciolgono i tanti nodi che 
					hai nello stomaco"
 |